Da cosa è composto il P2P in rete?

 

 

 

La maggior parte dei file condivisi sulle diverse reti P2P è composta da musica (Mp3), video (comprese le anteprime dei film in prima visione) e software (giochi e applicativi, solitamente in versione sprotetta). È chiaro che distribuire questo genere di dati non è affatto legale, e non a caso tutte le major dell’audiovideo e le grandi case di software stanno tentando in ogni modo di ostacolare la diffusione dei software P2P.
È altresì vero che nulla ci impedisce di usare le reti P2P per condividere materiale di nostra produzione, su cui deteniamo tutti i copyright.

L’estrema efficacia delle reti P2P può essere sfruttata per scopi assolutamente legali in tutti quei casi in cui le normali forme di condivisione dei file risultano problematiche. Vediamo qualche esempio.
In una piccola azienda con molti collaboratori esterni ma nessun server aperto verso l’esterno, si possono distribuire in P2P documentazioni, report, versioni aggiornate dei software di lavoro, ecc. riducendo al minimo i tempi (e quindi i costi) di connessione in rete e superando le limitazioni della posta elettronica. I normali account di posta di solito sono infatti in grado di ricevere solo messaggi (e file) entro 1-2 Mega di dimensione, mentre il P2P non pone limiti in questo senso. Inoltre, eseguito il primo scaricamento del file, la propagazione verso i destinatari può procedere anche se la fonte originale si sconnette. Va da sé che in questi casi è indispensabile creare una lista di utenti autorizzati, se non si vuole che il file arrivi nelle mani di tutta Internet.
Il P2P può poi diventare un eccellente strumento di marketing virale. Usiamolo allora per distribuire demo e versioni shareware dei nostri lavori, file pubblicitari, cataloghi e chi più ne ha più ne metta. Creando un minimo di informazione riguardo ai file in questione, il tam-tam degli utenti li farà diffondere con la stessa efficacia di una campagna pubblicitaria tradizionale.